martedì 14 giugno 2011

VII rapporto ISPRA sulla qualità dell'ambiente urbano


L'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) ha appena pubblicato il suo settimo rapporto sulla qualità dell'ambiente urbano.
In questo rapporto si prendono in considerazione molteplici fattori tra cui: demografici, suolo, rifiuti, rischi industriali, acqua, aria, cambiamenti climatici, mobilità, natura urbana, turismo, inquinamento elettromagnatico e acustico.
Lo scopo di questo lavoro dell'ISPRA è di mettere in evidenza  l'attuale situazione urbana italiana per aiutare i diversi organi a prendere decisioni per migliorare la vivibilità.
Primo aspetto importante da evideziare è l'aumento della popolazione urbana rispetto al 2001 e il ritorno a valori prossimi a quelli dell'annata 1991. In Italia nascono sempre meno bambini e questo è confermato dal saldo naturale (nati vivi meno morti) negativo (-124000 unità rispetto al 2001) ma l'incremento è dovuto al flusso migratorio con un aumento di 581100 unità. Considerando anche che nelle cittò gli immigrati clandestini sono in continuo aumento, probabilmente le nostre città sono ai massimi storici come densità abitativa e questo sta "obbligando" a costruire per creare nuove unità abitative che infatti è una delle principali valutazioni fatte dal rapporto, stima della perdita di suolo permeabile.
I risultati ottenuti non sono per nulla confertanti...c'è stato un elevato consumo di suolo in quasi tutti i comuni studiati. In quest'ottica si vanno ad inserire alcuni referendum comunali a Milano...vedremo l'esito e come il nuovo sindaco Pisapia ne terrà conto.
Altro punto dolente sono i rifiuti urbani, dove vengono analizzati i dati del triennio 2006-2008; se nel 2007 le produzioni di rifiuti urbani erano diminuiti rispetto all'anno precedente, nel 2008 sono tornate a crescere risuperando i valori del 2006.
Riguardo alla raccolta differenziata invece la media urbana italiana si è assestata al 22,6%. Guardando le città singolarmente si può vedere come Novara sia la leader incontrastata con oltre il 70% mentre il fanalino di coda è Siracusa con il 5,6%. C'è anche da far notare come città quali Palermo e Catania pur avendo percentuali bassissime siano riuscite lo stesso a regredire...
L'acqua invece è uno dei punti dove la situazione sembrerebbe migliore infatti il consumo d'acqua a livello domestico è in netta diminuizione (-11,4%) rispetto al 2000. Le ragioni di tale diminuizione sono da ricercare soprattutto dalle azioni di pianificazione e razionamento intraprese dai comuni mentre per le perdite di rete non si hanno aggiornamenti.
Un altro punto dolente invece è l'aria dove le poche misure intraprese fino a questo momento (vedi ecopass a Milano) sono risultate inutili. La situazione rimane mediamente la medesima da alcuni anni a questa parte e se si vuole fare un passo in avanti bisognerà arrivare a prendere misure drastiche senza eccezioni...
La viabilità nelle città italiane é migliorata nel 2009 anno ma questo grazie soprattutto alla crisi che ha  "obbligato" i cittadini ad utilizzare meno le autovetture. Le piste ciclabili sono aumentate ma ci sono cittá ancora molto indietro rispetto alle attese e qui rientrano quasi tutte quelle del sud Italia.
Ultimo interessante punto è quello che tocca la natura urbana e quindi in particolare il verde urbano che viene valutato sia in base allo stato dell'arte (% nel 2009) che il trend dal 2000 al 2009. Molti comuni hanno una percentuale ancora bassissima e 28 sui 48 esaminati posseggono dei valori uguali o inferiori al 5%. E' interessante notare come la città piú verde sia Palermo con il suo 31,9% ma la maggior parte delle città del sud siano sul fondo della classifica con la città piú cementificata che è Taranto che ha meno dello 0,05%. Fortunatamente il trend é positivo per tutte le città anche se gli aumenti non sono stati alti.
Dopo il segnale forte di ieri tramite i referendum si evidenzia che gli italiani vogliono tornare ad avere una vita piú salutare. Gli sforzi per arrivare ad avere città ( ma non dimentichiamo che anche nella campagna la situazione non é così idilliaca) vivibili è lunga e richiederà a tutti sia sforzi sia economici che rinunce perché se n questo obiettivo risulterà una chimera.

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