venerdì 16 settembre 2011

L’incidente in una centrale nucleare in Francia


Lunedì c’è stato uno scoppio alla fornace dell’impianto nucleare di Marcoule, vicino ad Avignone.
La notizia è stata presa sottogamba (o forse è più logico pensare che è stata fatta passare molto in sordina…) e come al solito la reale situazione non è data a sapersi…esattamente com’era successo solo qualche mese fa in Giappone dove governo e Tepco rilasciavano continuamente messaggi tranquillizzanti con una realtà ben diversa.
Adesso, dopo l’ennesimo incidente e questa volta all’interno dell’Unione europea spero si parli seriamente di sicurezza e di abbandono di una fonte energetica si enorme ma al momento troppo pericolosa (vedi http://verdemondo.blogspot.com/2011/04/nucleare-soluzione-o-problema.html ).
Analizzando la situazione delle centrali nucleari europee non è che possiamo dormire notti tranquille: sono presenti 143, di cui parecchie oltre i 30 anni d’età (si consideri che la vita media di una centrale si aggira intorno ai 25-30 anni), certe senza il secondo guscio protettivo utile in caso di perdite o di attacco terroristico (ad es: Garona in Spagna, Muehleberg in Svizzera e le 4 centrali dell’ENEL in Slovacchia) e alcune con reattori di tipo CANDU (utilizzano l’acqua pesante ma per le quali l’UE nutre forti dubbi in caso di scontro con un aereo).
Credo che in tempi veloci l’Unione europea debba fare scelte per la sicurezza di tutti; in passato con il Protocollo di Kyoto era stata  quella schieratasi in prima linea per l’attivazione…ora spero si ponga anche in prima linea per lo swich-off del nucleare.
Per il momento invece bisogna sperare che il morto e i 4 feriti in Francia siano gli unici a pagare per l’incidente anche perché pensando egoisticamente Piemonte e Liguria sono molto vicini…

giovedì 8 settembre 2011

Foreste artificiali per arginare il problema dell'anidride carbonica


Oggi girando in internet mi sono imbattuto in questa notizia…se le piante non sono in grado di assorbire le quantità di CO2 che vengono sempre di più emesse nell’atmosfera perché non creare foreste artificiali per assorbire tali emissioni?
L’idea sembrerebbe quasi geniale se non fosse che per creare tali strutture si richiede energia (e quindi emissioni…) e territori da adibire a tale scopo.
Stiamo lottando oramai da decenni contro le emissioni e lo spreco di territori con annesse foreste e ora vorremmo utilizzare terreni per mettere strutture simil-albero??
E’ pur vero che tali strutture dovrebbero assorbire quantità di CO2 nettamente superiori alle piante (si parla di assorbire in un giorno quello che un castagno farebbe in un anno) ma siamo sicuri che sia una strada positiva? E comunque il problema di smaltimento della sostanza ci sarebbe sempre, infatti questo sistema farebbe reagire l’anidride carbonica con idrossido di sodio per ottenere carbonato di sodio che poi dovrebbe essere smaltito o accumulato…
Se noi invece pensiamo alle piante il discorso è agli antipodi perché l’anidride carbonica viene fissata tramite il ciclo di Calvin e si crea un composto vitale per la piante ma non solo.
Spero che questo tipo di tecnologia venga quindi abbandonata e si torni a parlare di ridurre drasticamente le emissioni che è l’obiettivo per il 2020.

mercoledì 7 settembre 2011

Obama volta le spalle all'ambiente

La crisi c’é e si sente...però se ogni volta che la situazione inizia a diventare grave tutti voltano le spalle alle proprie idee e ideali non si migliorerà mai...
Gli USA sembravano dovessero fare un gran salto in avanti con l’elezione del primo presidente nero e con idee nuove contrastanti con le vecchie scelte politiche fatte dai precedenti presidenti...però il sogno di iniziare a vedere scelte politiche meno favorevoli per industriali ed interessi economici sembrerebbe sfumata.
Le prime avvisaglie si erano intraviste con le prime decisioni sulle guerre...mentre Obama prima di venire eletto dichiarava di voler ridurre e in alcuni casi abbandonare certe guerre intraprese dai suoi predecessori, non è riuscito nel suo intento continuando sulla stessa linea degli altri presidenti.
Adesso, è arrivato il momento dell’ambiente, uno dei punto su cui si basava il suo programma...sotto la pressione degli industriali e degli economisti (vista la crisi finanziaria) ha dovuto far decadere le limitazioni sulle emissioni.
Obama infatti ha chiesto all' Environmental protection agency (Epa) di ritirare gli Ozone national ambient air quality standards che dovevano proteggere gli americani dall'inquinamento atmosferico.
Questo permetterà alle industrie di tornare a produrre a pieno regime, ricreare posti di lavoro il tutto però a discapito dell’ambiente e ,non dimentichiamocelo mai, della salute.