lunedì 11 aprile 2011

Nucleare: soluzione o problema?


Con nucleare si intende qualsiasi forma energetica prodotta dalla trasformazione dei nuclei atomici.
Le reazioni che possono avvenire durante i processi nucleari sono: 
  • fissione
  • fusione 
  • decadimento radioattivo
La fissione è quella reazione sfruttata nelle attuali centrali nucleari durante la quale elementi con alto numero atomico (molto pesanti) in maniera indotta o naturale vanno a spezzare i nuclei creando elementi con massa totale inferiore e liberando molta energia. L'elemento più utilizzato a questo scopo è l'uranio che nelle centrali nucleari viene ad essere bombardato da neutroni (particelle subatomiche prive di carica) e questo permetterà la continua rottura e riduzione del nucleo dando luogo alla "reazione a catena nucleare".
L'uranio però non è il solo elemento utlilizzabile infatti in alternativa si possono prendere plutonio e torio.
La fusione è quella reazione che permette ai nuclei di atomi con numero atomico piccolo (es.idrogeno, deuterio, trizio) di fondersi creando un nucleo atomico più pesante e liberando una quantità grandissima di energia (molto maggiore rispetto a quella ottenuta dalla fissione). Tali reazioni sono innescate da temperature elevatissime (100.000.000°C) e quindi vengono chiamate reazioni termonucleari.
Questo processo nel sole avviene naturalmente e tramite la fusione di un nucleo di trizio con uno di deuterio si arriva a produrre elio.
Gli scienziati mondiali però non sono ancora riusciti a controllare una tale reazione e l'unico impiego per il momento trovato è quello della creazione di bombe atomiche come la bomba H.
Il decadimento radioattivo sono una serie di reazioni che coinvolgono i nuclei degli atomi instabili che tramite l'emissione di particelle subatomiche riescono ad entrare in una condizione più stabile (con minore massa ed emissione di radiazioni).

Detto ciò, si possono pensare di indicare pro e contro di una forma energetica che è di tipo primario (presente in natura) ma che la Comunità Europea ha indicato come non rinnovabile.
Per l'Italia la situazione è questa:
PRO: L'Italia potrebbe permettersi di distaccarsi per una grossa percentuale dall'energia e fonti energetiche provenienti dai Paesi esteri.
L'Italia possiede dei giacimenti di uranio propri anche se è difficile stabilire la quantità e soprattutto la convenienza per l'estrazione anche perchè affinchè l'attività di estrazione sia remunerativa la concentrazione minima di ossido di uranio U3O8 dev'essere tra lo 0,05% e 0,2%.
Attualmente gli standard di sicurezza (centrali di terza generazione) sono alti.
In questo momento l'Italia utilizza in stragrande maggioranza energia derivante da fonti fossili non rinnovabili che presto si esauriranno (qui le previsioni sono varie ma non si può attendere ancora senza fare nulla) e comunque rimangono una forma energetica molto inquinante. Il 19% dell'energia da noi utilizzata è invece proveniente da centrali nucleari di Paesi a noi limitrofi (soprattutto da Svizzera e Francia) e pensare di non sfruttare quest'energia per poi comprarla è un po' un controsenso.

CONTRO: Il primo grosso problema del nucleare sono le scorie (materiali residui ad alta radioattività) che praticamente sono delle pastiglie di materiale esaurito le quali devono venire sostituite.
Queste scorie in funzione della bassa o alta radioattività vengono attualmente stoccate rispettivamente in superficie o interrate. Chiaramente le scorie stoccate in superficie saranno custodite in aree protette e tra barriere ingegneristiche mentre le altre in bunker interrati schermati. Quindi si possono evidenziare i primi importanti problemi: l'identificazione dei siti per ubicare le centrali nucleari e per quelli per lo stoccaggio dei materiali residui. Mi vengono in mente le scene di protesta per le decisioni di assegnazione delle centrali di smaltimento rifiuti, ora immaginiamoci cosa accadrebbe per quelle nucleari... Anche esternazioni fatte da diversi presidenti regionali favorevoli al nucleare ma non sul proprio territorio non sono accettabili formigoni-zaia-e-palese-nucleare-si-ma-da-noi-no.
Per il problema delle scorie alcuni personaggi importanti hanno ipotizzato l'uso dello spazio come "discarica" e tra questi  l'astrofisica Margherita Hack. Però qui nasce sia un problema di tipo etico (l'uomo si è giá "permesso" di sfruttare la Terra in maniera selvaggia e indiscriminata e ora inizierebbe con lo spazio) che economico (i costi sarebbero esorbitanti e la forma energetica poi non risulterebbe più così valida economicamente).
Altro punto scottante (soprattutto dopo il disastro in Giappone) è la sicurezza. Attualmente stanno iniziando a essere costruite centrali di terza generazione che sono sì abbastanza sicure ma le certezze in questo campo non esistono; errori umani, attentati e eventi climatici straordinari chiaramente non sono all'ordine del giorno ma basterebbe una di queste situazioni per rovinare un intero Stato con ripercussioni di centinaia d'anni. Una centrale nucleare è una bomba impiantata sul territorio.
Senza essere "cattivo" verso il mio Paese, i soldi "facili" derivanti dallo stoccaggio delle scorie radiattive farebbero gola a troppe persone e non è solo un discorso di nord e sud visto che gravissimi episodi di inquinamento ambientale sono stati segnalati e denunciati. Alcuni esempi: Domodossola Pescara Cosenza

Io credo che l'idea di impiantare centrali atomiche in questo momento risulterebbe un grosso errore visto che è presumibile la salita del prezzo dell'uranio che fino a questo momento invece non è stato influente (visto il basso costo fino ad ora).
I soldi che si dovrebbero investire in una tecnologia che forse tra poco potrebbe già risultare vecchia potrebbero essere destinati nello studio di centrali di quarta generazione  o ancora meglio nel cercare di sviluppare la tecnologia della fusione nucleare.
Però il discorso nucleare non è l'unica soluzione al problema energetico. Da alcuni anni oramai si parla di energie pulite e rinnovabili e se a questo venisse aggiunto comportamenti di vita più risponsabili forse non porterebbe ancora all'indipendenza dall'energie fossili ma sicuramente il passo in avanti sarebbe notevole soprattutto se l'efficienze dovessero aumentare. Invece mi pare che gli investimenti verso queste tipologie di energie siano bassissimi e mal gestiti.

Un esempio di mal gestione è il pellet

cioè un materiale ricavato dalla segatura (quindi uno scarto della lavorazione del legname) che viene essicata e pressata a formare piccoli cilindretti (la struttura tiene grazie alla lignina che ha proprietà leganti) utilizzabili per il riscaldamento. Lo stesso inventore del pellet si è lamentato del fatto che il prezzo poco tempo dopo l'inizio della comercializzazione era salito troppo rispetto i costi di produzione e quindi si sarebbe messo a ricercare ulteriori fonti alternative.
Forse lo Stato farebbe bene a controllare e bloccare queste speculazioni che portare vantaggi a tutti (persone, Stato, ambiente) e non solo fare arricchire i produttori.

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