venerdì 27 maggio 2011

le api come bioindicatori


In questi giorni ho letto notizie diverse su internet in riferimento all’ambiente e tutto quelle che vi gravita intorno...2 però mi sono rimaste particolarmente impresse.
La prima è la moria di particolari insetti e in articolare delle api. Secondo gli ultimi studi effettuati da Daniel Favre, ex ricercatore dello Swiss Federal Institute of Technology, i campi magnetici dei cellulari sarebbero la principale causa del sempre minor numero di insetti presenti sul nostro pianeta. La prova é stata effettuata dapprima con l’avvicinamento del cellulare (in modalità standby) vicino ad un’arnia (e qui sembrerebbe che le api siano rimaste impassibili) ed in seguito al ricevimento di una chiamata dove le api hanno iniziato a sciamare in maniera molto nevrotica anche per alcuni minuti dopo la chiusura della chiamata.
Questa prova è sicuramente un’interessante dimostrazione di tipologia d’influenza dell’uomo sul mondo vivente, però, bisogna rammentare che le api sono da molti considerate e utilizzate come bioindicatori dell’inquinamento ambientale perché molto sensibili ad alcuni elementi e particolarmente recettive anche a causa della loro conformazione morfologica che presenta dei peli (su di essi intercettare e trattenere le sostanze anche pesante è abbastanza semplice).
Io ritengo che il vero problema della riduzione del numero delle api sta nel fatto che viviamo  in ambienti ricchi di sostanze chimiche “pericolose” e queste con insetti molto sensibili creano altissimi tassi di mortalità... se poi consideriamo che queste sostanze sono dannose anche a livello umano, anche se nel breve che nel medio periodo possono risultare “innocue”, dobbiamo iniziare a vedere la moria delle api come un problema che ci coinvolge direttamente e non solo un problema che arriverà a "toccarci" in maniera indiretta.
Quello che fa più pensare (e arrabbiare) sono i litigi dei nostri politici su queste tipologie  di argomentazioni. Ad esempio a Milano per la storia dell’ecopass...dobbiamo metterci in testa che solo scelte a livello nazionale e meglio ancora europeo/mondiale possono risultare efficaci e i palliativi come fermare il traffico solo nei centro delle città (con tutti i permessi rilasciati) sono veramente ridicoli...

Sul prossimo post commenterò i rifiuti di Napoli e l’offerta dell’azienda svedese Hem.

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