venerdì 15 luglio 2011

Trasporto materiale radioattivo esausto


All’inizio del 1960 fino agli anni ’80 in Italia si sfruttò l’energia nucleare ma ad oggi non siamo ancora riusciti a smaltire tutte le scorie prodotte allora.
Queste scorie radioattive sono state poste nel sito provvisorio di Saluggia nel vercellese (il nostro Paese è l’unico ad aver utilizzato il nucleare senza progettare un sito permanente!!) e ora con un accordo del 2005 ci impegnamo  a portarle in Francia verso il sito di Le Hague entro il 2012 per poi essere riconsegnatoci riarricchite entro il 2025.
A questo punto la domanda nasce spontanea…a che ci servono le barre riarricchite (derivanti dal sito di Saluggia e dalle nostre 3 centrali) se in Italia per la seconda volta si è scelto di non utilizzare il nucleare???
Io credo che i signori politici dovrebbero prima dare delle risposte alla popolazione prima di intraprendere determinate scelte mentre è sempre più evidente che gli interessi economici superino sempre tutto…
Esiste però un problema molto grosso derivante dal trasporto di questi materiali, visto che i treni utilizzati non hanno particolari accorgimenti affinché si possa parlare di viaggi in sicurezza.
Per legge si è stabilito che un uomo tollera una quantità di radiazioni di circa 2 millisievert all’anno senza danni sostanziali al proprio organismo mentre questi convogli emettono 0,2 millisievert all’ora (mSv/h) a due metri di distanza e a diretto contatto con gli imballaggi la radioattività sale a 2 mSv/h.
Dominique Malvaud, rappresentante del sindacato dei ferrovieri Sud-Reil, spiega che agli stessi ferrovieri francesi non vengono date tute protettive speciali e quindi la radioattività “viene portata a casa” attraverso i vestiti utilizzati per il lavoro, il tutto in condizioni normali, meglio non pensare cosa accadrebbe in caso di incidente…
Nel libro “Spegniamo il nucleare” del 2010 Beppe Grillo afferma che i costi per il nucleare nel 2007 sono arrivati a 500 milioni di euro e che il costo complessivo dello smaltimento si aggirerà intorno ai 4,3 miliardi di euro.
A tutto questo la notte tra il 9 e il 10 maggio un gruppo di manifestanti ambientalisti e No Tav ha fermato uno di questi treni alla stazione di Avigliana (TO) ma le forze dell’ordine hanno disperso i manifestanti in tempi brevi.
Il 10 luglio era in programma un altro treno  ma è stato deciso di rimandare intorno alla metà di agosto per la situazione createsi in Val Susa per il problema TAV; si era anche ipotizzato un percorso alternativo che passasse attraverso la Svizzera ma gli elvetici si sono giustamente opposti visto la pericolosità…
A questo punto la domanda sporge spontanea… quando l’Italia riuscirà a chiudere totalmente col nucleare??

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