sabato 3 dicembre 2011

costruire case con bottiglie PET



Da un po’ di tempo si parla di come poter utilizzare i materiali di scarto e soprattutto le materie plastiche che sono tra le più inquinanti in assoluto per l’ambiente (bottiglie in plastica PET hanno tempi che possono arrivare ai 1000 anni per la loro completa degradabilità).
A questo punto una delle migliori soluzioni sarebbe quella del riutilizzo del materiale. Non è una novità quella dell’ottenimento di un filato dalle bottiglie PET per la realizzazione di maglioni.
Negli ultimi mesi invece si è incominciato ad utilizzare questo di materiale anche per la costruzione di edifici.
La soluzione sembra di facile attualità e i materiali da usare come supporto per il riempimento delle fessure sono di facile reperibilità e a costo praticamente zero.
Il primo esempio viene dalla Nigeria e in questo caso il progetto è stato fatto dai progettisti della ONG DARE. Le bottiglie vengono riempite di sabbia,  allineate in piani sovrapposti e legate insieme tramite corde; gli spazi vuoti vengono ad essere riempiti con un misto di fango e cemento.
Durante la costruzione della casa i progettisti si sono accorti delle grandi proprietà di questo materiale: resistenti ai proiettili, quasi completamente ignifughe, sicure contro i terremoti ed ottime dal punto di vista del comfort abitativo, assicurando una temperatura interna costante per tutto l’anno.
La prima casa pilota è di 58 m², si sono utilizzate 14000 bottiglie per la sua realizzazione “recuperate” da attività e abitazioni della zona.


Dall’Argentina abbiamo il secondo esempio; in questo caso però il progettista era partito da un’idea più futile: costruire una casa per le bambole a grandezza d’uomo per la figlia.
Il signor Alfredo Santa Cruz pensò di utilizzare solo materiali di scarto: bottiglie, pezzi di plastica, lattine in alluminio e tetrapak (per la prima casa "delle bambole" furono utilizzate 1200 bottiglie di PET, 1300 lattine di alluminio, 140 confezioni di tetrapak e numerose custodie di cd).
Da qui prese corpo il progetto sociale che ha trasformato il gioco in una vera e propria impresa edile che costruisce ed insegna a costruire le case “de botellas” alle famiglie più povere dell’Argentina.





Anche in Honduras i progettisti di EcoTec sono arrivati a costruire una casa autosufficiente grazie alle bottiglie di PET. La particolarità della casa è quella di possedere anche un tetto “verde”. Questi tipologie di tetto hanno “la sfortuna” di pesare molto (possono arrivare anche a 250 Kg/m² che possiamo capire essere altissimo se confrontato ai 40 Kg/m² di un tetto costruito con le classiche tegole marsigliesi). Questa casa invece sembrerebbe reggere molto bene il notevole peso del tetto e quindi permettere di “espletare” il reale scopo di questa copertura: rendere l’impatto ambientale molto minore e poter coltivare piccole varietà erbacee.



Ad oggi credo che la scelta del riutilizzo di certe tipologie di materiali sia la più sensata però non credo possa essere considerata una soluzione definitiva…lo studio dei materiali dev’essere fatto dalla produzione alla sua “demolizione”…prima o poi tutta questa plastica arriverà nelle discariche e quindi il problema verrebbe solo posticipato.
Certo, in alcune realtà mondiali materiali “da discarica” potrebbero venire sfruttati e quindi aiutare la povera gente a vivere in maniera più degna però chi dice che questi materiali in particolari condizioni causate dalle variazioni di temperatura o da intemperie non rilascino sostanze tossiche??? Forse prima di partire con la costruzione di edifici con questa tipologia di materiali alla base, sarebbe meglio fare degli esami più approfonditi.

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