lunedì 27 febbraio 2012

risultati della prima fase del Protocollo di Kyoto




Ci stiamo per apprestare a concludere la prima fase del  Protocollo di Kyoto (2008-2012) che tra l’altro coincide con la seconda fase del sistema emission trading europeo (EU-ETS) e quindi è ora di bilanci.
L’Europa in generale si è comportata abbastanza bene anche perché gli obiettivi dati non erano di difficile raggiungibilità; nell’EU-15 (inizialmente erano solo 15 Stati europei a partecipare) l’obiettivo era la riduzione dei gas serra dell’8% rispetto alle emissioni dell’anno di riferimento (1990) e dalle prime stime dovremmo essere sopra il 10%.
E l’Italia? Beh, qui siamo rimasti parecchio indietro rispetto a molti Paesi europei... il nostro obiettivo era la riduzione del 6,5% (quota stabilita tramite il Burden Sharing) ma ad oggi dovremmo essere solamente al 4,8%. Quindi dove molti Stati europei sono riusciti ad andare oltre le quote prefissate, l’Italia quasi sicuramente non riuscirà a raggiungere nemmeno l’obiettivo minimo.
Dobbiamo a questo proposito ricordare che visto l’anno di riferimento e vista la situazione economica mondiale questi obiettivi non erano altro che un inizio verso quello che ci si prospettava di fare con la nascita del Protocollo di Kyoto.
Con questi dati l’Italia si troverà d’avanti alla Corte di giustizia europea con l’onere di pagare multe molte alte (circa 700 milioni di €uro) che potrebbero dimezzarsi se si riuscirà a conteggiare la forestazione tramite le metodologie IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ma comunque sempre una cifra enorme per un Paese in grossa crisi economica.
Pensare che questi soldi dati a fondo perso sarebbero probabilmente bastati per permettere all’Italia di soddisfare il suo obiettivo fa sicuramente rabbia e dovrebbe farci riflettere per l’ennesima volta sulla nostra classe politica...

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