venerdì 13 luglio 2012

In tribunale Greenpeace batte ENEL



Il giudice della prima sezione del Tribunale civile di Roma ha rigettato il ricorso dell’ENEL verso la campagna considerata diffamatoria fatta da Greenpeace verso le sue otto centrali a carbone.
Greenpeace infatti qualche mese fa iniziò a pubblicare un filmato e materiali relativi all’argomento intitolato “Enel killer del clima”; in particolare è stato messo online il sito www.facciamolucesuenel.org dove è possibile valutare il costo della bolletta ma non in €uro bensì in vite umane.
Chiaramente una campagna così “feroce” da parte di Greenpeace ha creato un cero imbarazzo ad ENEL decidendo appunto di citarla in giudizio.
Le richieste erano molto pesanti e avrebbero potuto mettere in ginocchio l’associazione ambientalista e forse farla chiudere: disporre l’immediata inibizione dei contenuti con una condanna a pagare 10mila euro per ogni giorno di esecuzione dell’attività più mille euro per ogni singolo attivista.
Ora fortunatamente le richieste di ENEL non sono state accettate anche perché le azioni intraprese da Greenpeace non erano prive di fondamento e comunque non avevano valicato il diritto di critica.
In particolare gli studi del Centre for Research on Multinational Corporation (Somo) di Amsterdam utilizzati da Greenpeace ritarati tramite l’algoritmo sulle 8 centrali di proprietà della società energetica, portano appunto ai numeri evidenziati dalla pubblicità negativa fatta: 350 morti premature ogni anno, 1,8 miliardi di danni all’ambiente e alla salute per emissioni di CO2.
Sicuramente l’ENEL proverà a rifarsi in tribunale con il secondo grado però speriamo  non riesca a spuntarla visto che questo vorrebbe dire “imbavagliare” la possibilità di esprimere apertamente opinioni e/o giudizi basati su dati concreti.

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